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mercoledì 19 ottobre 2011

Bianco e nero

È dentro un edificio.
Intorno a lei affreschi e arcate.
Qualcuno parla al microfono. Poi arriva un'altra voce, e torna ancora la prima.
Qualcuno canta. Qualcuno suona.
La sua mente viaggia veloce, sente parole, sente canti, ma non li ascolta.
Nota come siano tutti bianchi là in fondo, e come dalla sua parte siano quasi tutti neri.
È avvolta nel suo cappotto, ha caldo. Un calore che dura solo un istante.
Improvvisamente sente il gelo, si guarda intorno, nessuno ha aperto nessuna porta, e nessuno sembra essersi scomposto per un brusco cambio di temperatura.
Si rende conto che il freddo non proviene dell'esterno, ma è il suo corpo che, inspiegabilmente, ha perso temperatura.
Trema.
Sente di essere avvolta da un vento glaciale, ma solo lei lo percepisce, è soltanto suo.
La porta dietro di lei si spalanca: il sole ha lasciato spazio ad una bianca luce nebbiosa.
Quel candido paesaggio la fa sobbalzare: la luce dipinge profili collinari con tonalità differenti secondo la loro lontananza, ma il bianco sembra volersi imporre per rendere artificioso il panorama.
Seguendo la scia, si immerge nella nebbia, il passo è lento.
La gente piange, lei no, le ha finite le lacrime, a volto asciutto.
'Non ti ha lasciato, sarà sempre accanto a te' sente da una voce non familiare.
'Ah si? Glielo spieghi tu perchè ci sarà un letto vuoto di notte e un piatto in meno a tavola?'
Lei non ha parole, non ha fiato, la stringe e la bacia.
La cassa legnosa avanza, e lei indietreggia, la cassa avanza e lei indietreggia, senza nemmeno rendersene conto, mentre il terreno scorre sotto le sue scarpe.
Scorge un bambino, la pelle candida, il nasino all'insù, gioca calpestando lo stesso terreno dal quale lei fugge.
I loro sguardi s'incontrano.
Non smettendo mai più, lei sorride.

mercoledì 24 agosto 2011

Agosto e neve

3200 mt di altezza e tanta aria fresca.
Sarà il caldo di questi giorni che mi ha riportato alla mente la giornata che ho passato sulla Marmolada?

Non se ne può più di questo caldo che uccide(...).

Ma tra un pò ricomincia l'inverno e ci lamenteremo del freddo.

Mai contenti.

Però mentre ero l'assù ero felice. Mi veniva voglia di buttarmi.
Vi è mai capitato di essere sull'orlo di un burrone ed essere attratti dal nulla sotto ai vostri piedi?

A Schmitt evidentemente si: ' Avete mai sofferto di vertigini? Non si ha paura del vuoto, ma di essere attratti dal vuoto, tentati dal suo richiamo, si ha paura di volerci saltare dentro. La vertigine come ultima seduzione.'

'Le libertin', Éric-Emmanuel Schmitt
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